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Respirazione orale…un nemico da combattere al più presto!


Un bambino che respira principalmente attraverso la bocca è un bambino che passa molte ore durante il giorno e durante la notte con la bocca aperta, questo atteggiamento posturale può creare nel tempo una formazione anomala delle arcate dentarie, che il più delle volte si manifesta con un’arcata superiore stretta e incisivi superiori sporgenti. Il perché è abbastanza intuitivo:
quando stiamo a bocca chiusa, la lingua (un muscolo potente e ingombrante!) si posiziona a contatto con il palato, esercitando una pressione che pian piano forma l’arcata superiore in modo corretto. Al contrario, quando stiamo a bocca aperta la lingua si posiziona automaticamente in basso, restando in contatto solo con l’arcata inferiore. In questo modo l’arcata superiore è soggetta per lo più alla pressione dei muscoli delle guance, senza nessuna forza che possa bilanciarla dall’interno e consentirne uno sviluppo regolare. Ma in realtà la respirazione orale non ha solo effetti negativi sulla dentatura. Un bambino che respira prevalentemente con la bocca può presentare disturbi di tipo sistemico legati ad un’ossigenazione insufficiente e ad una bassa qualità del sonno. Alcuni segni possono essere la presenza di occhiaie, la stanchezza diurna e nei casi estremi lo sviluppo della cosiddetta “facies adenoidea”, tipica dei bambini che a causa di tonsille e adenoidi ipertrofiche sono costretti a respirare quasi unicamente con la bocca.

Non dimentichiamo che il naso ha anche la funzione di filtrare e riscaldare l’aria che respiriamo, cosa che non avviene quando respiriamo con la bocca, esponendoci ad un maggior rischio di contrarre infezioni respiratorie.
L’ortodontista è una figura chiave nell’intercettare e correggere questo tipo di problema, che può essere dovuto ad un atteggiamento posturale abitudinario o in alcuni casi ad un’effettiva
impossibilità a respirare attraverso il naso ed in questo caso sarà necessaria la collaborazione con l’otorinolarirngoiatra.

Una piccola curiosità…già nel diciannovesimo secolo, George Catlin, pittore e scrittore
statunitense, osservò molto attentamente le varie tribù degli indiani d’America (il soggetto principale dei suoi dipinti) e non poter fare a meno di notare che tutti i membri di queste tribù, bambini e adulti, avevano in comune un’ottima competenza labiale, ovvero in condizione di riposo tenevano le labbra chiuse senza alcun segno di tensione muscolare, dunque respirando attraverso il naso con estrema facilità. Decise di indagare un pò più a fondo su questa caratteristica e apprese che le mamme erano molto preoccupate di fare in modo che i loro bambini respirassero attraverso il naso fin dai primi anni di vita, al punto da tenerli a bocca chiusa con una fascia durante la notte. Caitlin riportò le sue osservazioni nel suo libro “Shut your mouth and save your life” (Chiudi la bocca e salvati la vita”), sottolineando come i bambini delle tribù da lui osservate fossero molto più sani dei bambini dei “nuovi americani” provenienti dall’Europa.